Un ponte tra passato e presente
Porta Nuova (chiamata anche Porta Volterrana o Porta Salis per ricordare l’abbondante importazione di salgemma) è una delle porte che consentivano l’accesso al borgo medievale di Colle di Val d’Elsa.
Al pellegrino che in tempi più antichi percorreva la strada che da Volterra porta a Colle di Val d’Elsa, la vista della maestosa e imponente Porta, con i suoi grandi torrioni cilindrici, doveva certamente apparire in tutta la sua monumentalità, quale emblema della bellezza e dell’importanza della città.
La porta volterrana fu ricostruita, insieme al circuito murario quattrocentesco della città, dagli architetti fiorentini Cecca, Francione e Giuliano da San Gallo, in luogo della più arretrata porta di Selvapiana, distrutta dalle truppe alleate dei senesi durante l’assedio del 1479.
La costruzione, con i suoi due torrioni tronco conici e la merlatura di coronamento solo parzialmente originaria, rappresentava quindi la centralità del ruolo giocato da Colle di Val d’Elsa nella guerra che vide Firenze e i suoi territori contro la città di Siena. Sui bastioni dal profilo circolare si aprono due bocche da fuoco per alloggiare i cannoni a difesa di questo importante luogo di passaggio.
La struttura ha subito varie manomissioni e interventi di restauro che hanno portato per esempio, nel 2002, al recupero del fossato difensivo e, nel 2004, all’inserimento al posto dell’originale antica porta, di un’opera di arte contemporanea dell’artista Tadashi Kawamata.
Qui essa si pone simbolicamente a conclusione del lungo programma di restauro e come importante monumento locale che celebra e rinvigorisce la connessione storica fra la città e i suoi abitanti.