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Piazza Arnolfo di Cambio

Cuore della parte bassa di Colle di Val d’Elsa è Piazza Arnolfo di Cambio. La sua nascita risale al 1865 quando la prima Amministrazione comunale colligiana volle cercare una zona da adibire a mercato e fiere. L’area venne individuata nel vecchio “Pian dei Canali” (che doveva il nome alla presenza delle ‘gore’, canali di circa un metro di larghezza e profondità che portano l’acqua dell’Elsa in Colle) in quanto gli spazi avrebbero consentito la creazione di edifici con portici intorno alla piazza e strade di accesso. 

Piazza Arnolfo di cambio, foto tratta da: http://rete.comuni-italiani.it/foto/2012/75702

Per la realizzazione della piazza vennero abbattute parte delle vecchie mura di cinta della città e la duecentesca chiesa di San Jacopo.

Da notare, sul lato orientale, la vecchia stazione dei treni (ora farmacia) costruita quando la città fu inserita nel circuito ferroviario italiano e, davanti a questa, la grande fontana di Daniel Buren che rientra negli interventi di riqualificazione dello spazio urbano coordinati dall’architetto Jean Nouvel.

L’intervento di Jean Nouvel

Quest’ultimo ha coinvolto quattro artisti per la cura dei particolari:

  • Lewis Baltz che ha lavorato alla riscoperta e alla valorizzazione della Gora lungo via Mazzini.
  • Daniel Buren che si è occupato della pavimentazione.

Rimangono da completare gli aspetti curati da:

  • Bertrand Lavier, per l’arredo urbano e i portici con il progetto di baldacchini colorati a scandire gli archi.
  • Alessandra Tesi per l’illuminazione e le volte. 

Il monumento ai caduti

Dalla parte opposta si trova il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, opera dello scultore Mario Sabbatelli, inaugurato ufficialmente il 4 novembre 1925 dal re Vittorio Emanuele III. 

Monumento ai caduti, foto tratta da :
http://luoghi.centenario1914-1918.it/it/monumento/monumento-ai-caduti-della-prima-guerra-mondiale-3857

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La Cartiera

Avvicinandoci al centro di Colle non possiamo non notare la Cartiera: una fabbrica una volta dedita alla produzione della carta, oggi albergo e ristorante.

Foto dell’hotel “La vecchia cartiera”. Immagine tratta da: https://images3.bovpg.net/r/back/it/sale/feb33cb35a06b5.jpg

Quando nacque la prima cartiera a Colle di Val d’Elsa?

La città di Colle Val d’Elsa ha avuto nel passato un ruolo molto importante nella produzione della carta. Possiamo far risalire al XIII secolo  la nascita dei primi opifici che producevano anche lana. La prima vera e propria cartiera risale al 1319 con il nome di “Porta alla Tana”, nata dalla crescente necessità di questo prodotto che trovava molte applicazioni in vari settori per esempio per la registrazione di atti del governo cittadino o per attività finanziarie, commerciali, amministrative. 

Foto di una delle più antiche cartiere a Colle di Val d’Elsa. Immagine tratta da: https://cdn4.hotelopia.com

Colle di Val d’Elsa: il centro della carta

Colle fu una delle prime città a dedicarsi al settore cartaceo e finì per espandere il proprio campo  d’azione facendo carta. A Colle si contavano 22 cartiere, fra le più importanti si ricordano: il Moro, il Nespolo, la Buca e lo Spedaletto.

Cosa determinò il declino del settore cartaceo a Colle di Val d’Elsa?

Il declino di questo settore, fino alla chiusura dell’ultima cartiera nell’Ottocento, fu probabilmente dovuto alla mancanza di investitori nel rinnovamento dei macchinari e nella ricerca di nuovi mercati, alla concorrenza di altre attività sorte in Italia e all’incapacità delle fabbriche colligiane ad adattarsi ai nuovi orizzonti economici.
Tuttavia ancora oggi la carta colligiana viene considerata una delle migliori per la purezza della sua cellulosa e per le tecniche di lavorazione utilizzate per produrla, che si suppongono derivare da vari maestri cartai provenienti dalla zona di Fabriano.

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La nuova vita di un’antica porta

Porta Nuova… il centro del passato 

La Porta Nuova (chiamata anche con il nome di porta Volterrana)  è una delle porte che consentiva l’accesso al borgo medievale di Colle val d’Elsa. La costruzione, realizzata in cotto e pietra, con i suoi due torrioni tronco conici e la merlatura di coronamento, rappresentava l’importanza del ruolo giocato da Colle di Val d’Elsa nella guerra che vide Firenze e i suoi territori contro la città di Siena.

Un’opera di arte contemporanea

La struttura ha subito varie manomissioni e interventi di restauro che hanno portato per esempio, nel 2004, a l’inserimento, al posto dell’originale antica porta, di un’opera di arte contemporanea dell’artista Tadashi Kawamata.

Una porta che non tutti conoscono

L’antica porta di legno è andata persa da tempo, perciò è impossibile conoscerne l’aspetto originario, ma Tadashi Kawamata, artista giapponese che vive e lavora a Tokyo, ha progettato una “porta nuova” in collaborazione con un artigiano. Anziché fare ricorso come d’abitudine a materiale di recupero, però, questa volta ha utilizzato legno nuovo, ricollocando inoltre la porta nella posizione originaria.

Ciò che unisce il passato con il presente

Qui essa si pone simbolicamente a conclusione del lungo programma di restauro, e come importante monumento locale che celebra e rinvigorisce la connessione storica fra la città e i suoi abitanti.

Colle di Val D'elsa, La Senatrice Petraglia (sel-sì): «inutile Il Progetto  Della Nuova Scuola A Porta Nuova»
Foto di Porta Nuova, come è oggi. Immagine tratta dal seguente sito: https://www.valdelsa.net/notizia/colle-di-val-d-elsa-la-senatrice-petraglia-sel-si-inutile-il-progetto-della-nuova-scuola-a-porta-nuova

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Umoca – Under Museum of Contemporary Art

Installazione museo UMoCA, tratta da https://www.galleriacontinua.com

L’artista Cai Guo-Quiang ha allestito ed inaugurato, in occasione della 6^ edizione di ARTE ALL’ARTE del 2001,  un piccolo museo di arte contemporanea analogo a quelli che aveva già approntato in Giappone e Cina (DMoCA e SMoCA)

Cai Guo-Qiang

Cai Guo-Qiang è nato a Quang Zhou nel Fujian ( Cina Meridionale) nel 1957. Si è trasferito a Tokyo nel 1986 e di là a New York nel 1995, dove tuttora risiede. Comincia ad esporre già in Cina alla metà degli Anni Ottanta, ma il suo lavoro si definisce durante il suo soggiorno giapponese agli inizi degli anni Novanta.

Cai Guo-Qiang, tratta da https://www.surfacemag.com/

Profondamente legato alla sua cultura d’origine usa materiali, forme simboliche e concetti che la  caratterizzano: i fuochi d’artificio (la provincia di Fujan è nota per questo tipo di  produzione), il drago e la barca, il taoismo (è una religione, una filosofia e una via di vita originaria della Cina). Ha esposto nei più importanti musei asiatici,  americani ed europei.

UMoCA

UMoCA è strettamente legato con il contesto naturale, storico e culturale della città e cerca  di costruire un dialogo con la cittadinanza.

L’acronimo UMoCa sta per UManista ma anche per Utopian Museum of Contemporary Art.

Il museo è stato installato sotto le arcate del ponte di San Francesco, costruito nella prima metà del Trecento, per collegare la città con il convento francescano situato sulla collina adiacente.

Contemporary art in the heart of Tuscany | Visit Tuscany
Installazione museo UMoCA, tratta da https://m.visittuscany.com

Cai è l’architetto del museo, ma anche il direttore ed il curatore delle mostre, che avranno scadenza annuale in occasione delle future mostre di ARTE ALL’ARTE. 

L’UMoCA non necessita di:

  • Elettricità (apparte quella necessaria per alimentare le scritte al neon sulla facciata, appese ogni qual volta verrà organizzata una mostra)
  • Aria condizionata
  • Personale
  • Assicurazioni

Ha una propria architettura e contiene opere d’arte realizzate dall’artista Ni Tsai Chin, scelto da un curatore autorizzato da Cai.

Ni Tsai Chin

Ni ha iniziato come pittore, per poi diventare uno dei più importanti critici di arte contemporanea in Cina e a Taiwan, oltre ad aver insegnato presso varie università .  Alcuni anni fa fu nominato direttore della Galleria Nazionale di Taiwan ed invitò Cai a tenere la prima mostra. La partecipazione di Ni per la mostra inaugurale dell’UMoCA segna così un’inversione di ruoli ed è prova della volontà di Cai di mettere in luce l’artista.             

Ni Tsai Chin progetterà delle opere appositamente per gli archi del ponte San Francesco.  Durante la giornata dell’inaugurazione: 

  • Sotto un arco sarà ricostruito l’ufficio del direttore e  quello del curatore del Museo
  • Sarà allestito un desk dal quale saranno distribuiti opuscoli sulla città di Colle, sul Museo UMoCA e gadget con il logo del Museo. 
  • Limitatamente al tempo dell’inaugurazione, vi  saranno persone vestite con l’uniforme del museo per la sorveglianza.
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Sede della Corale Vincenzo Bellini

L’edificio sede della Società Corale ‘Vincenzo Bellini’ è una delle istituzioni simbolicamente più significative della città.

Questo palazzo appartenente alla famiglia Ceramelli, che da decenni necessitava di lavori di manutenzione, è stato oggetto di un restauro nel 2000 da parte dell’artista italiano Alberto Garutti che ha recuperato la facciata a intonaco giallo e l’aspetto assunto dall’edificio nel Settecento. 

Corale Vincenzo Bellini, 2000. La facciata della corale prima e dopo l’intervento. Fonte: https://www.albertogarutti.it

“Credo sia necessario che l’opera d’arte ritrovi una dimensione inedita nel momento in cui ha a che fare con lo spazio pubblico, intessendo una relazione con le persone che lo abitano”, afferma l’artista. Quest’opera parla allora di una “ristrutturazione di un edificio importante per la cittadinanza, di cui ciò che maggiormente mi interessa è il mio mettermi al servizio delle persone”, attivando così una riflessione sulla responsabilità dell’artista.

Sulla lapide installata sulla parete esterna dell’edificio leggiamo le parole dello stesso artista: 

Corale Vincenzo Bellini, 2000, didascalia dell’ opera. Fonte: https://www.albertogarutti.it

In questo edificio vi è la sede della Corale Vincenzo Bellini. L’incontro con numerosi cittadini di Colle di Val d’Elsa ha fatto sì che io conoscessi questo luogo a loro molto caro. Ho deciso che la mia opera destinata alla città per l’edizione di ‘Arte all’Arte 2000’, si concretizzasse nella ristrutturazione di questo edificio bisognoso di molte cure. Tutto il tempo e il lavoro prestato hanno avuto come spinta ideale la costruzione di un incontro tra l’arte e la realtà della vita di questa città, nel tentativo di toccare la sensibilità delle persone che vi abitano. Quest’opera è dedicata a loro e a tutti quelli che, passando di qui, sentiranno provenire una musica da questa casa.

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Palazzo Campana

Un curioso palazzo incompiuto senza campane

Ritenuto da Tripadvisor il dodicesimo posto migliore da visitare a Colle Val d’Elsa, il Palazzo Campana è uno fra gli edifici storici più suggestivi della città.

Ma cos’è che lo rende speciale?

I dati: Cosa possiamo vedere

Identikit del Palazzo

  • Quando? 1536
  • Fatto da chi? Giuliano di Baccio d’Agnolo
  • Per chi? Per volere di Francesco Campana
  • Stato? Parzialmente incompiuto
  • Dove? Ponte del Campana, sui resti di Porta a Ripa
  • Come? Architettura manierista
  • Perché andarci? E’ rinomato per la veduta spettacolare
Il castello visto dal basso. Immagine tratta da poderesantapia.com.

Ritratto del Palazzo

  • Altezza? Due piani.
  • Facciata? Un arco rinascimentale affiancato da quattro finestroni.
  • Materiali? Fatto in parte in intonaco, in parte in arenaria. I materiali diversi, che risaltano al tramonto, conferiscono alla facciata un forte chiaroscuro. 
  • Base? Una scarpata e un bastione che danno risalto alla struttura del palazzo.

Colle oggi: Cosa possiamo fare

Il ruolo di un palazzo mai finito

Nonostante il suo stato incompiuto, Palazzo Campana rimane uno dei monumenti storici principali di Colle e viene spesso ammirato per il panorama che offre.

L’arco del palazzo unisce infatti il ponte del Campana alla Via del Castello, che è la strada principale del centro storico di Colle.

La posizione del Palazzo su una mappa, tratta da Wikipedia.

Le curiosità più divertenti

Il nome del Palazzo Campana

Questo edificio parzialmente incompiuto si può definire davvero un palazzo? E come mai nonostante il nome non presenta nessuna campana?

Il nome del Palazzo Campana viene dal segretario di Alessandro e Cosimo dei Medici, ovvero Francesco Campana, l’uomo per cui fu edificato. 

Una buffa coincidenza che coinvolge questo nome è il fatto che l’edificio sia anche posto fra Via Francesco Campana e Via del Castello, facendo sembrare il nome un misto fra i due.


Può darsi che questo edificio, oltre a essere riconosciuto per lo strabiliante panorama che lo circonda, sia famoso anche per il suo nome e l’assenza totale di campane, un fatto che al giorno d’oggi ci fa sorridere e rende la scoperta di questo edificio ancora più curiosa.

Immagine panoramica che mostra sia il castello che il ponte d’entrata, tratta da trekearth.com.
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La Fontana del sorriso

Il sorriso è una curva che può raddrizzare ogni cosa 🙂

Phyllis Diller

Ci troviamo nella parte alta di Colle, sotto la volta che sostiene la scalinata di Palazzo Priori, dove si trova un’antica fonte trecentesca conosciuta come ‘Fontana del sorriso’ per la particolare fessura che sembra disegnare una bocca sorridente e per le aperture ellittiche simili a due occhi.

La fonte era collegata all’acquedotto medievale e serviva per portare l’acqua al Palazzo attraverso una pompa idraulica azionata da un congegno –menatoio a dondolo – azionato nella fessura.

La ”Fontana del sorriso” in Colle Alta (foto da rete.comuni-italiani.it)

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Le Aree Ferroviarie

Intervento di recupero e riqualificazione delle aree ferroviarie

L’intervento di recupero e riqualificazione delle aree ferroviarie presenti all’interno della città è iniziato nel 1998 con la realizzazione del parcheggio e della viabilità pubblica sul retro della stazione ferroviaria.

Quest’area in passato era occupata:

  • da binari;
  • da piazzali di movimentazione per il carico e scarico delle merci; 
  • da alcuni magazzini situati ai margini dell’area; 
  • da una tettoia

Il progetto era costituito da molte fasi, tra le quali ne individuiamo quattro, che possiamo definire come principali:

  • La fase 1 consisteva nella completa demolizione delle strutture presenti;
  • La fase 2 si è concentrata nella sistemazione a verde delle aree situate a fianco della nuova viabilità;
  • La fase 3 ha avuto come scopo la realizzazione della fermata per il trasporto extraurbano;
  • Infine la fase 4 ha permesso il riutilizzo del binario morto come collegamento pedonale con via Martiri della Libertà.
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Usimbardo Usimbardi

Uno tra i più illustri cittadini di Colle di Val d’Elsa

Il busto di Usimbardo Usimbardi, immagine tratta da Wikipedia

Chi era?

Usimbardo Usimbardi nacque a Colle Val d’Elsa nel 1552 e fu il primo vescovo della città quando questa divenne diocesi nel 1592. Dopo aver frequentato la scuola pubblica, Usimbardo fu chiamato a Roma dal fratello Pietro presso la curia cardinalizia di Ferdinando I de’ Medici. Nel 1587 Usimbardo tornò a Firenze insieme al fratello Pietro e a Ferdinando de’ Medici che lo nominò Segretario di Stato ottenendo la fama di uomo dotto ed un rapporto privilegiato con il principe. Quando Clemente VIII istituì, con la bolla del 5 giugno 1592,  la diocesi di Colle questa poté elevarsi prima al rango di città, poi a quello di città nobile e Usimbardo venne nominato vescovo.

Che cosa fece per Colle di Val d’Elsa?

L’ingresso di Usimbardo in Colle fu un vero trionfo. Nell’intento di rafforzare l’identità di Chiesa locale, Usimbardo pose l’intera diocesi sotto la protezione dei Santi Giovanni Battista (Santo protettore della città di Firenze), Faustino e Giovita (già titolari della pieve a Elsa) e riservò speciale attenzione al culto dei santi. Con una solenne processione trasportò poi in cattedrale le reliquie dell’abbazia benedettina di S. Maria a Coneo promuovendo una speciale devozione a San Marziale, da lui istituito come tutore della nuova dignità episcopale. Inoltre, mantenne viva la forte devozione dei colligiani per l’insigne reliquia del Sacro Chiodo conservata in una cappella della nuova Cattedrale. Morì a causa di una febbre maligna nel 1612, all’età di 60 anni, e chiese di essere sepolto presso l’altare del Santissimo Sacramento all’interno della cattedrale dove si trova ancora oggi la sua tomba.

L’opera del Palazzo Vescovile

Proprio di fronte al Duomo venne realizzato il nuovo Palazzo Vescovile. Tutto il progetto fu voluto dal Vescovo Usimbardo Usimbardi che vi impegnò un notevole patrimonio. La costruzione dell’Episcopio iniziò nei primi mesi del 1593 e si protrasse per alcuni anni. Il pittore Francesco Rosselli fu chiamato ad affrescare i nuovi locali e il palazzo, in epoca successiva, fu realizzato su due piani per volere di Cosimo della Gherardesca. Nel 1655, il vescovo Buonaccorsi, dotò il palazzo di cantine, di una rimessa, di granai, di una stalla e di una loggia. Lo stesso vescovo fece costruire il Seminario vescovile per la formazione dei nuovi chierici dalla parte opposta della piazza e successivamente lo ingrandì con un convitto per esterni che ebbe tra gli alunni Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come il Collodi autore di Pinocchio.

Il Palazzo Vescovile di Colle di Val d’Elsa, immagine tratta da Tripadvisor

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Palazzo Masson

Da facoltosa proprietà di famiglia a sede dell’Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Colle Val D’Elsa

Dove un tempo si trovava la Porta al Canto, che fu demolita nel 1876 per far spazio alla costruzione dell’edificio, ora si erge Palazzo Masson, costruito alle spalle di un Baluardo, in stile neoclassico, su disegno dell’architetto colligiano Antonio Salvetti.

Origini dell’edificio

L’edificio fu fortemente voluto da Antonietta Masson per ospitare in un luogo tranquillo il nonno Stefano colpito da un male incurabile.                                                                                                  La Palazzina fu edificata nel punto in cui era possibile controllare le ferriere della Ditta di Famiglia “Stefano Masson & C.”, la quale, durante la metà del XIX secolo, dette un importante impulso all’economia locale.

Si deve a Stefano Masson anche la costruzione di due stabilimenti per l’imbottigliamento di un’acqua minerale particolare di tipo acido e ferruginoso con molte proprietà benefiche.

Oggi è invece l’attuale sede dell’Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Colle di Val d’Elsa, una scuola per l’infanzia dedicata a Santa Caterina Volpicelli.

    

                                                                        

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