Lungo il perimetro esterno delle mura del Bastione si trova una colonna di marmo, quasi completamente interrata, di cui si vede solo la parte superiore.
L’opera, realizzata nel 1998, è dell’artista ucraino Ilya Kabakov e sulla sua estremità è scolpito un libro aperto con il seguente testo in bassorilievo:
'Ho sostenuto il tempio con la mia altezza Il tempio è stato crudele e non resta di me che metà Gli anni fuggiranno via e sarò totalmente coperta dalla terra E tu, camminandomi sopra, non ti accorgerai neppure dime'.
Questa scultura deve la sua peculiarità al fatto che evoca due diverse epoche, entrambe distanti dalla nostra ed entrambe lontane nella storia:
la colonna rimanda ai resti di epoca antica;
il bassorilievo del libro e il testo, con la funzione di epitaffio, rimandano invece al clima del Romanticismo.
Acquista molta importanza anche il luogo scelto per la scultura: la parte alta della città, un luogo poco frequentato sia dai residenti che dai turisti, da dove lo sguardo si apre sul paesaggio toscano.
Inoltre, anche l’isolamento dell’opera è del tutto relativo, visto che il percorso che conduce i visitatori alla colonna è una stretta viuzza lastricata sopra cui si erge un bastione in pietra che prende il nome da Sapia Salvani, personaggio storico citato da Dante.
Il Baluardo di Colle, che dà il benvenuto ai turisti con un punto panoramico invidiabile, è raggiungibile tramite un passaggio realizzato riutilizzando un vecchio rifugio antiaereo (lungo 60 metri) risalente alla seconda guerra mondiale, che conduce all’impianto di risalita realizzato dalla società Syntagma, con la collaborazione dell’Atelier dell’architetto Jean Nouvel.
I due ascensori
Al termine di questa galleria è stato realizzato un tunnel verticale, al centro del quale è stata collocata una coppia di ascensori.
L’impianto di Risalita, dalla sua riapertura, è stato utilizzato da molti cittadini, curiosi di scoprire quest’opera che permette di raggiungere la parte medievale di Colle di Val d’Elsa, entrando nel cuore del bastione del Baluardo.
L’area Boschi, che sorge accanto alla centrale piazza Arnolfo di Cambio nella parte bassa di Colle, era un tempo occupata dalla fabbrica di cristallerie e vetrerie Schmidt, poi Boschi, di cui possiamo ancora oggi osservare una ciminiera e da una struttura che ha svolto diverse funzioni.
La Storia della Cartiera
La struttura della Cartiera nasce dall’unione, nel 1100, di due edifici, uno dei quali era il lazzaretto chiamato “Spedale” – da qui il nome storico “Cartiera Lo Spedale”.
Nel 1427divenne la più importante cartiera della città e, in seguito, una tipografia che rimase attiva fino al 1978.
Il mantenimento di questa fabbrica fu garantito dalle “gore” che incanalavano le acque del fiume Elsa in piccole condutture (ancora visibili) e azionavano le teste del “mazzuolo” per la lavorazione della carta. La manifattura raggiunse il suo apice con la produzione della “carta per francobolli” esportata poi in Europa ed in Nord Africa.
La cartiera al giorno d’oggi
A partire dall’anno 1978 fu avviato un attento processo di recupero della struttura che ha portato alla sua trasformazione in hotel all’interno del quale sono ancora visibili gli spazi della vecchia cartiera: al primo piano le stanze un tempo utilizzate per il conteggio delle bobine prodotte e, nei piani superiori, gli spanditoi: grandi spazi interni utilizzati per asciugare i fogli di carta.
Avvicinandoci al centro di Colle non possiamo non notare la Cartiera: una fabbrica una volta dedita alla produzione della carta, oggi albergo e ristorante.
Quando nacque la prima cartiera a Colle di Val d’Elsa?
La città di Colle Val d’Elsa ha avuto nel passato un ruolo molto importante nella produzione della carta. Possiamo far risalire alXIII secolo la nascita dei primi opifici che producevano anche lana. La prima vera e propria cartiera risale al 1319 con il nome di“Porta alla Tana”, nata dalla crescente necessità di questo prodotto che trovava molte applicazioni in vari settori per esempio per la registrazione di atti del governo cittadino o per attività finanziarie, commerciali, amministrative.
Colle di Val d’Elsa: il centro della carta
Colle fu una delle prime città a dedicarsi al settore cartaceo e finì per espandere il proprio campo d’azione facendo carta. A Colle si contavano 22 cartiere, fra le più importanti si ricordano:il Moro, il Nespolo, la Buca e lo Spedaletto.
Cosa determinò il declino del settore cartaceo a Colle di Val d’Elsa?
Il declino di questo settore, fino alla chiusura dell’ultima cartiera nell’Ottocento, fu probabilmente dovuto allamancanza di investitori nel rinnovamento dei macchinari e nellaricerca di nuovi mercati, alla concorrenzadi altre attività sorte in Italia e all’incapacitàdelle fabbriche colligiane ad adattarsi ai nuovi orizzonti economici. Tuttavia ancora oggi la carta colligiana viene considerata una delle migliori per la purezza della sua cellulosa e per le tecniche di lavorazione utilizzate per produrla, che si suppongono derivare da vari maestri cartai provenienti dalla zona diFabriano.
La Porta Nuova (chiamata anche con il nome di porta Volterrana) è una delle porte che consentiva l’accesso al borgo medievale di Colle val d’Elsa. La costruzione, realizzata incotto e pietra, con i suoi due torrioni tronco conici e la merlatura di coronamento, rappresentava l’importanza del ruolo giocato da Colle di Val d’Elsa nella guerra che vide Firenze e i suoi territori contro la città di Siena.
Un’opera di arte contemporanea
La struttura ha subito varie manomissioni e interventi di restauro che hanno portato per esempio, nel 2004, a l’inserimento, al posto dell’originale antica porta, di un’opera di arte contemporanea dell’artista Tadashi Kawamata.
Una porta che non tutti conoscono
L’antica porta di legno è andata persa da tempo, perciò è impossibile conoscerne l’aspetto originario, ma Tadashi Kawamata, artista giapponese che vive e lavora a Tokyo, ha progettato una “porta nuova” in collaborazione con un artigiano. Anziché fare ricorso come d’abitudine a materiale di recupero, però, questa volta ha utilizzato legno nuovo, ricollocando inoltre la porta nella posizione originaria.
Ciò che unisce il passato con il presente
Qui essa si pone simbolicamente a conclusione del lungo programma di restauro, e come importante monumento locale che celebra e rinvigorisce laconnessione storica fra la città e i suoi abitanti.
Il sorriso è una curva che può raddrizzare ogni cosa 🙂
Phyllis Diller
Ci troviamo nella parte alta di Colle, sotto la volta che sostiene la scalinata di Palazzo Priori, dove si trova un’antica fonte trecentesca conosciuta come ‘Fontana del sorriso’ per la particolare fessura che sembra disegnare una bocca sorridente e per le aperture ellittiche simili a due occhi.
La fonte era collegata all’acquedotto medievale e serviva per portare l’acqua al Palazzo attraverso una pompa idraulica azionata da un congegno –menatoio a dondolo – azionato nella fessura.
Marziale di Limoges, conosciuto come san Marziale, era un vescovo missionario della chiesa cattolica. Nel corso della sua storia ha compiuto molti viaggi al fine di evangelizzare e predicare la Bibbia.
Perché è proprio San Marziale il Santo Patrono di Colle Val d’Elsa?
La leggenda di San Marziale.
In una delle leggende collegate alla sua biografia si racconta che Marziale, uno dei settantadue discepoli di Cristo, non solo avesse assistito a diversi miracoli di Gesù, ma fu inviato da San Pietro presso l’Aquitania, per convertire i galli. Durante il viaggio si fermò assieme ai suoi compagni presso Gracciano d’Elsa. Qui Austricliniano, uno di loro, morì. Marziale andò a Roma per avvisare Pietro dell’accaduto. Egli diede il suo bastone al santo e gli disse: “Adagialo sul corpo del defunto”. Marziale fece come ordinato e Austricliniano si risvegliò. Poiché ha compiuto il suo primo miracolo nei pressi di Colle, ne è diventato il patrono.
Il culto di San Marziale
San Marziale di Limoges è il santo patrono di Colle Val d’Elsa e viene festeggiato in città il primo luglio di ogni anno.
La chiesa di San Marziale
La chiesa di San Marziale si trova nei pressi del fiume Elsa, nella frazione di Gracciano dell’Elsa. Secondo la tradizione la chiesa è stata costruita esattamente nel luogo dove sorgeva la tomba di Austriciliano, resuscitato proprio da Marziale di Limoges.
La Banca Rossa, progettata da Giovanni Michelucci nel 1973, fu realizzata nel 1983 al posto del lanificio che era stato costruito da Antonio Salvetti in stile neogotico.
La struttura, con i suoi cinque piani sostenuti da pilastri di metallo di colore rosso minio che si innalzano da murature in pietra locale, risulta davvero particolare. La combinazione di pietre e assi metallici forma infatti un suggestivo reticolo che si apre su una piazza aperta, cuore dell’edificio.
Banca rossa frammento della “nuova città”
Nel complesso l’opera risulta come un frammento di quella moderna idea della “Nuova città” da progettare e a cui dare forma e si presenta come un luogo aperto alla collettività. Michelucci voleva infatti una “banca come luogo d’incontro e di scambio”.
Gli spazi percorribili – esterni e interni (piazza coperta, scale, terrazze, belvedere) – conferiscono alla struttura un senso di luogo aperto. Colpisce l’alternanza delle parti solide e compatte in muratura con gli spazi vuoti tra le geometrie del grande telaio in acciaio smaltato e gli spazi sospesi.
Tradizione e innovazione
L’ accostamento fra materiali moderni (acciaio rosso minio) e materiali della tradizione consente di realizzare un edificio che interpreta il linguaggio contemporaneo, ma nello stesso tempo affonda le radici nella storia del luogo.
L’architetto è riuscito, grazie alla grande piazza coperta, a strutture metalliche e alla pietra locale, ad abbandonare il concetto di edificio chiuso e a realizzare uno spazio più vicino alla quotidianità cittadina.
Sul fianco destro dell’Oratorio di Gesù, Giuseppe e Maria della Compagnia della Morte, troviamo l’ingresso alla Cripta, o Confraternita della Misericordia, alla quale si accede attraverso una ripida scalinata che conduce ad un ambiente dove è possibile vedere la ‘buffa’ e la ‘cappa’, le vesti dei fratelli della Misericordia.
Qual era lo scopo della cripta?
La costruzione della cripta doveva risolvere il dislivello creatosi in seguito ai lavori di ingrandimento del Duomo, dopo l’elevazione di Colle a sede vescovile, con la predisposizione di alcuni locali tra cui anche l’Oratorio di Gesù, Giuseppe e Maria anche conosciuto come Cripta della Misericordia.
Come si presenta all’interno?
L’ambiente si presenta a una sola navata con tre altari, quello principale commissionato da Lorenzo Lepri.
Le pareti di ingresso sono decorate con affreschi rappresentanti quinte architettoniche, attribuite a Pietro Anderlini e scenari paesaggistici dove sono anche riconoscibili luoghi simbolo di Colle, come la Porta Nuova.
Gli affreschi delle volte delle campate rappresentano invece ‘Inferno, Purgatorio e Paradiso’, ossia il percorso del defunto nei regni dell’aldilà. Questi soggetti sono legati alle attività della Confraternita della Misericordia, fra le più antiche forme di volontariato, che qui aveva sede: la sepoltura dei morti e la preghiera per essi.
La morte: forza onnipotente
Ritroviamo l’iconografia della morte negli affreschi delle pareti del presbiterio. Lo scheletro di sinistra calpesta una corona reale, un cappello cardinalizio e una tiara papale a significare che nemmeno il più grande potere sarà risparmiato dalla morte. Lo scheletro di destra invece rappresenta l’inutilità della fama e della gloria terrena rappresentate da un elmo, uno spartito musicale e da del denaro calpestati.
Sull’altare maggiore, infine, è presente una tela di Annibale Mazzuoli che rappresenta la Madonna con i santi Rocco, Lucia, Giuseppe e Alberto.
Un sentiero immerso nel fascino dei paesaggi toscani
Il parco fluviale dell’Alta Valdelsa è un’opera storica e naturalistica di un’affascinante bellezza, resa possibile solo grazie alle acque del fiume Elsa che scorrono in questi luoghi.
Lo scopo di questo parco è quello di proteggere e tutelare l’ambiente ed evitare il degrado.
Come si presenta questo parco fluviale?
Il parco è anche un interessante itinerario lungo attualmente 4 km (andata e ritorno) che porta il nome di “SentierElsa”.
Il percorso inizia dal ponte di San Marziale a Gracciano per finire sotto all’attuale ponte di Spugna. È possibile attraversare il fiume grazie all’ausilio di appositi ponticelli di roccia e funi legate tra una sponda e l’altra.
Non è però solo la natura a farla da padrone, qui infatti troviamo anche alcune opere di ingegneria idraulica come la Steccaia e il Callone Reale. Queste due opere risalgono al periodo medievale e servivano entrambe per raccogliere l’acqua destinata a diversi scopi come alimentare mulini e cartiere.
La Steccaia bloccava l’acqua del fiume, mentre il Callone regolava l’afflusso di questa nei canali che scorrevano verso la città (le Gore).
Proseguendo con il percorso troviamo una cascata di 15 metri chiamata “Diborrato”, che forma a sua volta un lago profondo 10 metri. Incontriamo, poi, la Grotta dell’Orso così chiamata perché ricorda la forma dell’omonimo animale.
Altrettanto suggestivi sono anche punti come: la “Conchina”, il Masso bianco, la “Nicchia” (soggetto di un quadro di Antonio Salvetti conservato nel Museo San Pietro) e la “Spianata dei Falchi”.
Un tuffo nelle acque color turchese
Ma è possibile immergersi nelle acque del fiume Elsa? Certo! Durante il tragitto, di fatti, ci sono zone in cui è perfetto a fermarsi a fare un bagno e rinfrescarsi durante le calde giornate d’estate, inoltre vi sono persino delle vasche naturali dove potersi tuffare.
La caratteristica principale di queste acque è senza alcun dubbio il loro colore unico e mozzafiato: di fatti, sono di un bellissimo color turchese, dovuto alla particolare conformazione delle rocce calcaree che vi si trovano.
Attività e relax nella natura
Questa oasi di pace nel bel mezzo delle campagne toscane non è perfetta solo per attività di balneazione, ma lo è anche per delle passeggiate, per il trekking, per i pic-nic e per attività un po’ più movimentate come il rafting.
La cosa bella di questo percorso è che è adatto anche a famiglie con bambini piccoli, infatti chiunque vi può praticare il trekking in piena sicurezza e tranquillità (ovviamente non con il passeggino).
Vi sono, infine, aree verdi nelle quali è possibile stendere una tovaglia e riposarsi mangiando un bel panino! L’importante è tenere pulito questo magico posto.