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Ask Me Colle Tour Colle città del Rinascimento

Palazzo Campana

Un curioso palazzo incompiuto senza campane

Ritenuto da Tripadvisor il dodicesimo posto migliore da visitare a Colle Val d’Elsa, il Palazzo Campana è uno fra gli edifici storici più suggestivi della città.

Ma cos’è che lo rende speciale?

I dati: Cosa possiamo vedere

Identikit del Palazzo

  • Quando? 1536
  • Fatto da chi? Giuliano di Baccio d’Agnolo
  • Per chi? Per volere di Francesco Campana
  • Stato? Parzialmente incompiuto
  • Dove? Ponte del Campana, sui resti di Porta a Ripa
  • Come? Architettura manierista
  • Perché andarci? E’ rinomato per la veduta spettacolare
Il castello visto dal basso. Immagine tratta da poderesantapia.com.

Ritratto del Palazzo

  • Altezza? Due piani.
  • Facciata? Un arco rinascimentale affiancato da quattro finestroni.
  • Materiali? Fatto in parte in intonaco, in parte in arenaria. I materiali diversi, che risaltano al tramonto, conferiscono alla facciata un forte chiaroscuro. 
  • Base? Una scarpata e un bastione che danno risalto alla struttura del palazzo.

Colle oggi: Cosa possiamo fare

Il ruolo di un palazzo mai finito

Nonostante il suo stato incompiuto, Palazzo Campana rimane uno dei monumenti storici principali di Colle e viene spesso ammirato per il panorama che offre.

L’arco del palazzo unisce infatti il ponte del Campana alla Via del Castello, che è la strada principale del centro storico di Colle.

La posizione del Palazzo su una mappa, tratta da Wikipedia.

Le curiosità più divertenti

Il nome del Palazzo Campana

Questo edificio parzialmente incompiuto si può definire davvero un palazzo? E come mai nonostante il nome non presenta nessuna campana?

Il nome del Palazzo Campana viene dal segretario di Alessandro e Cosimo dei Medici, ovvero Francesco Campana, l’uomo per cui fu edificato. 

Una buffa coincidenza che coinvolge questo nome è il fatto che l’edificio sia anche posto fra Via Francesco Campana e Via del Castello, facendo sembrare il nome un misto fra i due.


Può darsi che questo edificio, oltre a essere riconosciuto per lo strabiliante panorama che lo circonda, sia famoso anche per il suo nome e l’assenza totale di campane, un fatto che al giorno d’oggi ci fa sorridere e rende la scoperta di questo edificio ancora più curiosa.

Immagine panoramica che mostra sia il castello che il ponte d’entrata, tratta da trekearth.com.
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Ask Me Colle Tour Il percorso dell’acqua In famiglia

La Fontana del sorriso

Il sorriso è una curva che può raddrizzare ogni cosa 🙂

Phyllis Diller

Ci troviamo nella parte alta di Colle, sotto la volta che sostiene la scalinata di Palazzo Priori, dove si trova un’antica fonte trecentesca conosciuta come ‘Fontana del sorriso’ per la particolare fessura che sembra disegnare una bocca sorridente e per le aperture ellittiche simili a due occhi.

La fonte era collegata all’acquedotto medievale e serviva per portare l’acqua al Palazzo attraverso una pompa idraulica azionata da un congegno –menatoio a dondolo – azionato nella fessura.

La ”Fontana del sorriso” in Colle Alta (foto da rete.comuni-italiani.it)

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Colligiani illustri La Battaglia di Colle Percorso dantesco

Le parole di Sapia Senese

La battaglia di Colle e Sapia Salvani

All’inizio di via del Castello, quasi di fronte a Torre Arnolfo, si trova l’epigrafe che riporta le parole della gentildonna senese Sapia Salvani, la protagonista del canto XIII del Purgatorio di Dante.

Le sue parole si riferiscono a uno degli episodi più importanti dello scontro tra Guelfi e Ghibellini in Toscana. Nei versi danteschi la senese Sapia esprime la propria gioia per la sconfitta subita dai concittadini ghibellini comandati da suo nipote Provenzano Salvani, nella battaglia di Colle del 17 giugno del 1269, da parte dei fiorentini comandati da Giovanni Britaud.

A Colle, guelfa come la città di Firenze nella cui orbita graviterà per lungo tempo anche nei secoli seguenti, Sapia darà il suo nome anche ad un bastione.

L’epigrafe che vediamo oggi sostituisce l’originaria con la stessa iscrizione inaugurata il 9 ottobre del 1921 in occasione delle celebrazioni dantesche nel VI centenario della sua morte.

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Ask Me Colle Tour Colle contemporanea

Le Aree Ferroviarie

Intervento di recupero e riqualificazione delle aree ferroviarie

L’intervento di recupero e riqualificazione delle aree ferroviarie presenti all’interno della città è iniziato nel 1998 con la realizzazione del parcheggio e della viabilità pubblica sul retro della stazione ferroviaria.

Quest’area in passato era occupata:

  • da binari;
  • da piazzali di movimentazione per il carico e scarico delle merci; 
  • da alcuni magazzini situati ai margini dell’area; 
  • da una tettoia

Il progetto era costituito da molte fasi, tra le quali ne individuiamo quattro, che possiamo definire come principali:

  • La fase 1 consisteva nella completa demolizione delle strutture presenti;
  • La fase 2 si è concentrata nella sistemazione a verde delle aree situate a fianco della nuova viabilità;
  • La fase 3 ha avuto come scopo la realizzazione della fermata per il trasporto extraurbano;
  • Infine la fase 4 ha permesso il riutilizzo del binario morto come collegamento pedonale con via Martiri della Libertà.
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Colle contemporanea Il percorso dell’acqua

La pavimentazione di Piazza Arnolfo di Daniel Buren

 Il centro della vita di Colle di val d’Elsa

Daniel Buren, pittore e scultore francese nato nel 1938 a Boulogne-Billancourt, ha lavorato alla pavimentazione con una sostanziale divisione della nuova Piazza Arnolfo in tre parti:

  •  Il lato adiacente via Mazzini, interessato dalla prima fase dei lavori, è pavimentato a riquadri con l’uso di liste di marmo bianco e nero alternato e l’utilizzo di pietra di Santa Fiora.
  • Il centro, cuore della piazza, ospita il monumento ai caduti, circondato da piante sui due lati. È stata pavimentata con pietra serena ed è delimitata da una serie di colonnini, di forma rotonda sul lato della vecchia stazione e di forma quadrata sull’altro lato.
  • Il lato della vecchia stazione, invece, conta su una pavimentazione radiale, scandita con lo stesso sistema usato per l’altro lato, che ospita al centro una fontana.
Piazza Arnoldo vista dall’alto,
immagine tratta da archimagazine

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Ask Me Colle Tour Colle città del Rinascimento Colligiani illustri

Usimbardo Usimbardi

Uno tra i più illustri cittadini di Colle di Val d’Elsa

Il busto di Usimbardo Usimbardi, immagine tratta da Wikipedia

Chi era?

Usimbardo Usimbardi nacque a Colle Val d’Elsa nel 1552 e fu il primo vescovo della città quando questa divenne diocesi nel 1592. Dopo aver frequentato la scuola pubblica, Usimbardo fu chiamato a Roma dal fratello Pietro presso la curia cardinalizia di Ferdinando I de’ Medici. Nel 1587 Usimbardo tornò a Firenze insieme al fratello Pietro e a Ferdinando de’ Medici che lo nominò Segretario di Stato ottenendo la fama di uomo dotto ed un rapporto privilegiato con il principe. Quando Clemente VIII istituì, con la bolla del 5 giugno 1592,  la diocesi di Colle questa poté elevarsi prima al rango di città, poi a quello di città nobile e Usimbardo venne nominato vescovo.

Che cosa fece per Colle di Val d’Elsa?

L’ingresso di Usimbardo in Colle fu un vero trionfo. Nell’intento di rafforzare l’identità di Chiesa locale, Usimbardo pose l’intera diocesi sotto la protezione dei Santi Giovanni Battista (Santo protettore della città di Firenze), Faustino e Giovita (già titolari della pieve a Elsa) e riservò speciale attenzione al culto dei santi. Con una solenne processione trasportò poi in cattedrale le reliquie dell’abbazia benedettina di S. Maria a Coneo promuovendo una speciale devozione a San Marziale, da lui istituito come tutore della nuova dignità episcopale. Inoltre, mantenne viva la forte devozione dei colligiani per l’insigne reliquia del Sacro Chiodo conservata in una cappella della nuova Cattedrale. Morì a causa di una febbre maligna nel 1612, all’età di 60 anni, e chiese di essere sepolto presso l’altare del Santissimo Sacramento all’interno della cattedrale dove si trova ancora oggi la sua tomba.

L’opera del Palazzo Vescovile

Proprio di fronte al Duomo venne realizzato il nuovo Palazzo Vescovile. Tutto il progetto fu voluto dal Vescovo Usimbardo Usimbardi che vi impegnò un notevole patrimonio. La costruzione dell’Episcopio iniziò nei primi mesi del 1593 e si protrasse per alcuni anni. Il pittore Francesco Rosselli fu chiamato ad affrescare i nuovi locali e il palazzo, in epoca successiva, fu realizzato su due piani per volere di Cosimo della Gherardesca. Nel 1655, il vescovo Buonaccorsi, dotò il palazzo di cantine, di una rimessa, di granai, di una stalla e di una loggia. Lo stesso vescovo fece costruire il Seminario vescovile per la formazione dei nuovi chierici dalla parte opposta della piazza e successivamente lo ingrandì con un convitto per esterni che ebbe tra gli alunni Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come il Collodi autore di Pinocchio.

Il Palazzo Vescovile di Colle di Val d’Elsa, immagine tratta da Tripadvisor

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Ask Me Colle Tour Colligiani illustri

Palazzo Masson

Da facoltosa proprietà di famiglia a sede dell’Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Colle Val D’Elsa

Dove un tempo si trovava la Porta al Canto, che fu demolita nel 1876 per far spazio alla costruzione dell’edificio, ora si erge Palazzo Masson, costruito alle spalle di un Baluardo, in stile neoclassico, su disegno dell’architetto colligiano Antonio Salvetti.

Origini dell’edificio

L’edificio fu fortemente voluto da Antonietta Masson per ospitare in un luogo tranquillo il nonno Stefano colpito da un male incurabile.                                                                                                  La Palazzina fu edificata nel punto in cui era possibile controllare le ferriere della Ditta di Famiglia “Stefano Masson & C.”, la quale, durante la metà del XIX secolo, dette un importante impulso all’economia locale.

Si deve a Stefano Masson anche la costruzione di due stabilimenti per l’imbottigliamento di un’acqua minerale particolare di tipo acido e ferruginoso con molte proprietà benefiche.

Oggi è invece l’attuale sede dell’Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Colle di Val d’Elsa, una scuola per l’infanzia dedicata a Santa Caterina Volpicelli.

    

                                                                        

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A Colle come pellegrini Colligiani illustri Il percorso dell’acqua In famiglia

Viaggi e miracoli di Marziale di Limoges

Chi era e cosa fece San Marziale?

Marziale di Limoges, conosciuto come san Marziale, era un vescovo missionario della chiesa cattolica. Nel corso della sua storia ha compiuto molti viaggi al fine di evangelizzare e predicare la Bibbia.   

San Marziale Gracciano Colle di val d’Elsa | Immagine presa da Valdelsa.net

Perché è proprio San Marziale il Santo Patrono di Colle Val d’Elsa?

La leggenda di San Marziale.

In una delle leggende collegate alla sua biografia si racconta che Marziale, uno dei settantadue discepoli di Cristo, non solo avesse assistito a diversi miracoli di Gesù, ma fu inviato da San Pietro presso l’Aquitania, per convertire i galli. Durante il viaggio si fermò assieme ai suoi compagni presso Gracciano d’Elsa. Qui Austricliniano, uno di loro, morì. Marziale andò a Roma per avvisare Pietro dell’accaduto. Egli diede il suo bastone al santo e gli disse: “Adagialo sul corpo del defunto”. Marziale fece come ordinato e Austricliniano si risvegliò. Poiché ha compiuto il suo primo miracolo nei pressi di Colle, ne è diventato il patrono.  

Il culto di San Marziale

San Marziale di Limoges è il santo patrono di Colle Val d’Elsa e viene festeggiato in città il primo luglio di ogni anno.  

Facciata della chiesa di San Marziale, Colle Val d’Elsa | Immagine presa da Wikipedia

La chiesa di San Marziale

La chiesa di San Marziale si trova nei pressi del fiume Elsa, nella frazione di Gracciano dell’Elsa. Secondo la tradizione la chiesa è stata costruita esattamente nel luogo dove sorgeva la tomba di Austriciliano, resuscitato proprio da Marziale di Limoges.

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Colle contemporanea Il percorso dell’acqua Una strada di Cristallo

Area Boschi

l’attuale “Vecchia Cartiera”

L’area Boschi era un tempo occupata dalla fabbrica di cristallerie e vetrerie Schmidt, poi Boschi, di cui possiamo ancora oggi osservare una ciminiera.

Area Boschi in Colle di Val d’Elsa da www.google.com

La Storia della Cartiera

 Questa struttura ebbe la sua origine remota nel 1100 con l’unione di due edifici, uno dei quali era il  lazzaretto chiamato “Spedale”, da qui il nome storico “Cartiera Lo Spedale”. 

 Nel 1427 divenne la più importante cartiera della città e, in seguito, una tipografia che rimase attiva  fino al 1978.

 Il mantenimento di questa fabbrica fu garantito dalle “gore”

Le gore (foto da www.google.com)

 che  incanalavano le acque del fiume Elsa in piccole condutture (ancora visibili), le cui acque azionavano le  teste del “mazzuolo”, per la lavorazione della carta che raggiunse il suo apice con la produzione  della “carta per francobolli” esportata poi in Europa ed in Nord Africa. 

La cartiera al giorno d’oggi

A partire dall’anno 1978 fu  avviato un attento processo di recupero della struttura che ha portato alla sua trasformazione in  hotel all’interno del quale sono ancora visibili gli spazi della vecchia cartiera: al primo piano le stanze  un tempo utilizzate per il conteggio delle bobine prodotte e, nei piani superiori, gli spanditoi – grandi  spazi interni utilizzati per asciugare i fogli di carta. 

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Ask Me Colle Tour Colle contemporanea In famiglia

Banca Rossa

La struttura

La Banca Rossa, progettata da Giovanni Michelucci nel 1973, fu realizzata nel 1983 al posto del lanificio che era stato costruito da Antonio Salvetti in stile neogotico.

La struttura, con i suoi cinque piani sostenuti da pilastri di metallo di colore rosso minio che si innalzano da murature in pietra locale, risulta davvero particolare. La combinazione di pietre e assi metallici forma infatti un suggestivo reticolo che si apre su una piazza aperta, cuore dell’edificio. 

Banca Rossa, Colle di Val d’Elsa. Foto realizzata da: Valentina Silvestrini.

Banca rossa frammento della “nuova città”

Nel complesso l’opera risulta come un frammento di quella moderna idea della Nuova cittàda progettare e a cui dare forma e si presenta come un luogo aperto alla collettività. Michelucci voleva infatti una “banca come luogo d’incontro e di scambio”.

Gli spazi percorribili – esterni e interni (piazza coperta, scale, terrazze, belvedere) – conferiscono alla struttura un senso di luogo aperto. Colpisce l’alternanza delle parti solide e compatte in muratura con gli spazi vuoti tra le geometrie del grande telaio in acciaio smaltato e gli spazi sospesi.

Sotterraneo Banca rossa, foto di Luca Onniboni.

Tradizione e innovazione

L’ accostamento fra materiali moderni (acciaio rosso minio) e materiali della tradizione consente di realizzare un edificio che interpreta il linguaggio contemporaneo, ma nello stesso tempo affonda le radici nella storia del luogo. 

L’architetto è riuscito, grazie alla grande piazza coperta, a strutture metalliche e alla pietra locale, ad abbandonare il concetto di edificio chiuso e a realizzare uno spazio più vicino alla quotidianità cittadina. 

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