Diari di lockdown e DAD
Di Matteo Bensi, prof. di Storia e Filosofia
Al colpevole brivido di “qualche giorno di pausa non ci farà male”, “mi rimetto a leggere Guerra e pace”, si è sostituita l’angoscia dei primi tentativi di didattica a distanza, poi l’orgoglio della consapevolezza informatica, “ho fatto la mia prima videolezione in sincrono”, lo scoramento delle webcam spente, il grande dubbio sul concetto di lezione asincrona, la tenerezza delle camerette, la nostalgia della classe.
Che cosa avevamo con noi durante questo naufragio in lockdown? Pochi mezzi e tanta buona volontà.
E quindi si parte. Nessun rumore a disturbare le nostre belle lezioni, e ci vedevamo bravissimi allo specchio del pc. Ma l’interazione, i saperi essenziali, le competenze sociali, i vissuti degli studenti in quarantena, la consapevolezza di ciò che sta accadendo?
E quindi si ri-parte. Il prof. di scienze organizza un ciclo di incontri sul Covid-19 e si scopre che natura facit saltus eccome, si chiama Spillover. La prof. di arte, insieme al responsabile della didattica di Palazzo Strozzi, guida i ragazzi tra le installazioni volanti di Tomàs Saraceno, è un tour online, ma riscopriamo di co-abitare un pianeta, di non essere soli. Ci interroghiamo con Alfonso Maurizio Iacono sulla “finestra” come dispositivo cognitivo, da Leon Battista Alberti allo smartphone. Sono i giorni in cui la finestra è il nostro unico sguardo sull’esterno.
L’iniziativa #askmecolle è diventata #askmecolledacasa e ogni giorno i ragazzi aprono da facebook uno scorcio nuovo sul territorio. Un viaggio senza viaggio, come il tema del concorso indetto da Radio Aula79, Le nuove migrazioni del XXI secolo: le grandi partenze verso il frigorifero. Abbiamo scoperto un Nietzsche giovane e inedito con Giuliano Campioni, e sappiamo qualcosa di più di etica e robot dopo l’incontro con Fabio Fossa, un giovane ricercatore che si occupa di intelligenza artificiale.
Quello di chi scrive è solo un punto di vista sulle tante attività della scuola. Serve tutto questo, è servito o servirà? Non lo sappiamo davvero. Ci abbiamo provato. Chiudiamo l’anno scolastico con Sergio Givone, l’incontro si intitola “Metafisica della peste”, perché le pestilenze ci mettono a nudo e riaprono le questioni essenziali. Nessuno di questi tentativi ha dato o darà risposte preconfezionate. D’altra parte il nostro compito non è allenare a trovare le risposte giuste, ma a farsi domande nuove.
Nell’attesa dei responsi dei comitati tecnici scientifici e delle task-force, tra riunioni fiume e nuove burocrazie, iniziamo a interrogarci su settembre. Perché siamo fatti così, prima di tutto interroghiamo noi stessi.