Cercando “L’infinito” attraverso uno schermo

Una videoconferenza con Davide Rondoni

 

Il 18 dicembre 2020 alcune classi del Triennio del Liceo Linguistico delle Scienze Umane ed Economico Sociale hanno preso parte ad una videoconferenza su Giacomo Leopardi col poeta bolognese Davide Rondoni. A partire da “L’Infinito”, uno dei testi più celebri del poeta di Recanati, sono stati toccati ed approfonditi, in un dialogo serrato fra il poeta e i ragazzi, diversi temi.

“e il naufragar m’è dolce in questo mare”

Rondoni ha iniziato ad analizzare la poesia, mettendo in evidenza aspetti che di solito non si ritrovano in una spiegazione tradizionale, e il suo spiccato carattere anticonformista ha sicuramente accentuato la sensazione di trovarci di fronte ad un altro “volto” del testo, rispetto a quello  che siamo soliti conoscere. Partendo dai versi conclusivi della lirica  – “e il naufragar m’è dolce in questo mare”, – si sono prese in esame ed affrontate   tematiche  legate alla  parte più profonda  dell’uomo, alle sue domande esistenziali, sempre, però, con lo sguardo rivolto alla nostra realtà quotidiana, a quelle situazioni e sensazioni che accompagnano ognuno di noi nella vita di tutti i giorni.  Ci siamo trovati, così, a dialogare sul senso di perdita, sulla paura e il fascino di ciò che va oltre il finito e sulle mille domande che ne derivano, sull’immaginazione che non si limita a creare soltanto delle immagini idilliache, ma che oltrepassa le barriere della nostra esperienza quotidiana.

Un orizzonte senza limiti

Di tutto questo si è parlato nella conferenza, facendo un’esaltazione dello spesso incompreso Leopardi, che, nel cliché divenuto ormai universale, viene identificato nell’ottica del pessimismo assoluto, secondo il quale non esiste niente per cui valga la pena vivere davvero.

Se è vero che questo sembra caratterizzare il tono della maggior parte delle sue opere, Rondoni, a differenza di quel che si dice, ha messo in evidenza la personalità e l’attitudine più vera, realisticamente complessa, di Leopardi di fronte alla condizione che contraddistingue ogni uomo e che si incarna ne “L’infinito”: quel desiderio che ci porta a guardare oltre ciò che sappiamo e conosciamo e ad immaginarsi un orizzonte senza limiti…

Nei panni di Leopardi

La poesia ci invita all’introspezione ed all’immedesimazione: bisogna metterci nei panni di Leopardi, secondo Rondoni, e dare spazio alla capacità che ognuno di noi ha di evocare sensazioni diverse le une dalle altre. Quest’ultimo aspetto, in particolare, e la disponibilità a farsi interrogare dalla poesia è quanto si è affermato e ha dato forza e vivacità alla seconda parte della conferenza, in cui gli studenti hanno posto le loro domande al poeta, partendo dall’interpretazione della poesia, ma aprendosi anche ad un coinvolgimento personale.

Sul senso dell’esistere

Nel dialogo che ne è sorto, e che si è interrotto soltanto per mancanza di tempo, sono scaturite riflessioni interessanti, tutte incentrate sul senso dell’esistenza.

E’ stato interessante accorgerci come anche noi giovani, ancora inesperti della vita, siamo comunque capaci di interrogarci, di essere curiosi e di fare nostre le esperienze in questo percorso che si prospetta complesso ma anche intenso, se adeguatamente provocati e guidati da parole vere.

Un po’ come siamo stati in grado di fare, cogliendo il valore e l’importanza di avere davanti, nonostante le difficoltà oggettive della situazione che ci accompagna da quasi un anno a questa parte, il poeta Davide Rondoni, che si è reso disponibile, in un momento in cui la presenza di un punto di riferimento ci manca più di qualsiasi altra cosa.

 

Abenelang nti Chiara

Barbato Piera

Boschi Sabrina

Classe 5BL

I commenti sono chiusi.